

FOCUS
Un percorso organico di evoluzione/sviluppo e flessibilizzazione di un’azienda oggi deve prevedere scelte di outsourcing finalizzate prevalentemente alla riduzione dei costi, migliorare le governance e responsabilità dei reparti perché l’impatto maggiore dei processi evolutivi lo si ha su persone e processi, spesso destabilizzandoli.
Al crescere della complessità delle infrastrutture, la gestione dei sistemi interni diventa sempre di più un impegno e un onere imponente per le risorse di un’azienda.
Per questo chi intende sviluppare nuovi business necessita di nuove strutture organizzative flessibili, deverticalizzate e agili, che contino sull’efficienza e la velocità d’azione per poter poi sviluppare il proprio nuovo business e trovare nuovi canali competitivi.
Il ricorso strategico all’outsourcing, decentralizzando il management, contribuisce a “elasticizzare” la struttura dei costi, aumentando la disponibilità delle risorse interne che opportunamente coordinate e formate, potranno essere utilizzabili per altre iniziative, oltre a rendere la struttura organizzativa più flessibile rispetto ai mutamenti continui dei mercati.
Trasferire attività interne a fornitori/professionisti opportunamente selezionati per il raggiungimento di vantaggi e strategie competitive, significa abilitare nuovi modelli di business che sollevano i dipartimenti interni all’azienda stessa, dalla gestione della complessità dello sviluppo.
L’outsourcer va visto come partner strategico e può curare vari aspetti dell’impresa e inserirsi all’interno di un percorso di innovazione tecnologico e dei sistemi aziendali verso nuovi ambienti dinamici e flessibili.
Tali aspetti potremmo riassumerli nella definizione di nuovi e adeguati modelli di business calati nell’organizzazione aziendale (la conversione infrastrutturale da “interna” a “esterna” coinvolge persone e processi).
La condivisione del disegno di rinnovamento con player che, oltre alle competenze consulenziali e di analisi, abbiano un forte skill tecnologico garantisce i massimi livelli di efficienza delle infrastrutture.
L’outsourcing è una scelta importante capace di generare valore per il business, liberare risorse per fare ricerca e innovazione e far crescere l’azienda tutto in un’ottica generale win-win.
Le quattro macro aree che guidano un corretto approccio all’outsourcing sono efficienza, qualità del servizio, flessibilità e controllo.
Efficienza significa conseguire risparmi significativi liberando risorse per il business e smobilizzare asset proprietari non strategici, motivo per cui una delle sfide maggiori è proprio il controllo, che vuol dire realizzare meccanismi di governance efficaci.
Abilitare nuovi modelli di business che sollevano i dipartimenti dalla gestione generale non significa liberarsi dalla responsabilità dei sistemi esistenti ma arricchirli e dato che il momento storico che sta vivendo la nostra economia è di grande cambiamento, le imprese dovranno andare verso modelli di flessibilizzazione e agilità di movimento maggiori.
L’impegno che necessiterà è quello di coinvolgere l’azienda cliente nelle scelte strategiche, attraverso la partecipazione attiva a meeting tematici pianificati; in questo modo, la proprietà e le risorse esistenti capiranno i sistemi e interagiranno fattivamente ai tavoli operativi.
Si sottolinea come l’outsourcing di figure manageriali possa fungere da abilitatore per la formazione del personale interno, le competenze dell’outsourcer sono quasi sempre superiori o comunque più ampie di quelle interne ai dipartimenti aziendali; quale occasione migliore per “sfruttarle” e far crescere gli skills delle risorse esistenti e migliorarne la cultura del business.